L’incubo di ogni studente, quel mostro con la testa Ω, le braccia ∫, la pancia ∆ che si sfilaccia in pungenti tentacoli ∞, esce dalle scuole e si riversa nelle vie della città.
Surreale? Non proprio: è ciò che è avvenuto a Locarno (Svizzera) il 16 e 17 maggio scorso. Lì, la matematica, considerata per generazioni come una disciplina oscura e ostica, ha portato colore ed entusiasmo a tutti i visitatori.
L’obiettivo della manifestazione Matematicando, nata dall’impegno di docenti, collaboratori, responsabili e studenti del Dipartimento di Formazione e Apprendimento della SUPSI (Scuola universitaria professionale della Svizzera Italiana), era infatti quello di sensibilizzare i visitatori e svelare il lato nascosto della scienza dei numeri, per renderla più accattivante.
Da qui la scelta di suddividere il pubblico nelle due giornate: il venerdì è stato dedicato a insegnanti e alunni delle scuole dell’infanzia ed elementari, il sabato lo stesso programma era aperto a tutti, per coinvolgere anche genitori, nonni e fare in modo che l’approccio laboratoriale proposto si diffondesse anche tra le mura domestiche, perché, spesso, il mostro dei numeri spaventa anche gli adulti. Piccoli e grandi hanno avuto la possibilità di cimentarsi in giochi di strategia, rompicapo da risolvere, scommesse, attività motorie, l’affascinante mondo virtuale del software “Cabri Elem”.
Matematicando ha scosso la polvere che paralizza da troppo tempo la matematica, rendendola viva e leggera, moderna e alla portata di tutti: non sono stati presentati teoremi e le loro dimostrazioni, ma prove concrete che tutti quei numeri, quelle formule e quelle strane congetture sono solo l’ingrediente segreto con cui la matematica disgela la realtà che ci circonda. Musica, robotica, giocoleria, origami, bolle di sapone e molto altro si spiegano con questa disciplina che, liberandosi dai pregiudizi, può diventare fulcro di nuove esperienze e scoperte.
La manifestazione ha coinvolto principalmente i bambini, perché con la loro “meraviglia” possono testare senza pregiudizi le potenzialità della matematica e imparare ad usarla come strumento cognitivo. Come afferma la Prof.ssa Silvia Sbaragli, ideatrice di Matematicando, “Il senso della matematica dovrebbe essere legato anche al sottile fascino privo di applicazione che la matematica è in grado di esercitare, così come avviene per le altre discipline. Non si fa musica, arte, narrativa, teatro, cinema, letteratura solo per scopi concreti, per guadagnarci, ma per il gusto di farla, perché ci si crede. Perché non cercare di raggiungere questo ambizioso obiettivo anche con i nostri allievi per quanto concerne la matematica?”. E allora la matematica diventa creatività, gioco, immaginazione, scoperta! Quanta geometria dietro gli origami, quanta fisica deve conoscere un giocoliere per far roteare quattro palline in aria, quanta matematica dentro una favola…
Due giorni forse non bastano per cambiare la forma mentis della scuola, che da sempre insegna la matematica in modo troppo rigido e formale, ma sono sicuramente la scintilla che può portare la luce su qualcosa di nuovo.
Questa manifestazione è come se avesse regalato a ognuno un paio di occhiali con delle lenti speciali, che filtrano la realtà attraverso la visuale della scienza: tutto (o quasi) può essere spiegato con la matematica, la quale non è più il mostro spaventoso con la testa Ω, le braccia ∫, la pancia ∆ che si sfilaccia in pungenti tentacoli ∞, ma un’amica con cui giocare.
Pubblicato su XlaTangente